Pedagogia 2

 MAESTRI E ALLIEVI

La centralità dello studio e dell'insegnamento era la lettura (lectio) e la disputa (quaestio), che costituivano il metodo scolastico. La lettura era il principale metodo di apprendimento, come afferma Ugo di San Vittore nel Didascalicon, “ l’inizio del sapere si trova nella lettura“. Una buona lettura è la chiave per comprendere, memorizzare e capire la realtà, il tutto per conoscere la verità. Leggere significava riconoscere un’autorità,  l’enunciato era una norma e un criterio del ragionamento.




Come si leggeva


La lettura del testo era molto complessa, veniva analizzata e poi divisa in parti, a sua volta ridotta sempre di più fino ad arrivare a singoli enunciati per avere più chiarezza e conoscenza. Ogni parte veniva poi esposta e commentata cercando e spiegando le parole difficili e capire l’intenzione dell’autore. Ugo di San Vittore delinea tre forme di lettura in uso nelle scuole: 

- il docente legge per gli studenti;

- lo studente legge il libro spiegato dal docente;

- studio personale, lo studente legge da solo;







La disputa 



Un compito del maestro era anche quello di disputare (argomentare). La disputa era il momento più importante e segnava il passaggio dell’argomentazione alla dimostrazione tramite il ragionamento.

La disputa serve a fare chiarezza e cercare di risolvere i problemi nati durante la spiegazione.









IL MAGISTER


L’evoluzione del ruolo del maestro nella pedagogia medievale è molto importante. Il maestro trasmetteva agli alunni il sapere e la scienza che aveva assimilato in tutta la sua vita, in modo da essere loro utile. Nella tradizione monastica c’è l’invito di non farsi chiamare maestro perché il maestro è uno solo, e anche a scuola il magister era auctoritas.

Ciò fu motivo di rigidezze e ripetizioni, all’acutezza intellettuale si sostituiscono l’osservanza morale e le formule canoniche. Per rendere utile il proprio insegnamento il maestro teneva conto delle varie opinioni contenute nelle raccolte di sentenze e nei florilegi (= raccolta di scritti teologici e filosofici), per poi disputare con i colleghi sino ad arrivare a un dialogo.





le punizioni corporali



Sopravviveva, nella pedagogia medievale, l’uso della punizione corporale. Quintiliano e Agostino condannavano questo metodo. La cultura monastica sconsigliò questo metodo fino a impedirlo.

Il maestro deve correggere e sostenere l’alunno valorizzando la sua libertà.









Tommaso D'Aquino
Agostino









Tutto ciò che è stato detto si collega al tema del maestro interiore e dopo Agostino trova il suo sviluppo e completamento in Tommaso d'Aquino che dedica la prima parte della summa teologiae. Tommaso analizza il rapporto tra maestro e discepolo. Secondo lui gli esseri creati hanno una capacità causativa, dipendono dalla volontà di Dio, sono simili a Dio, posseggono delle proprie azioni, ma non possono essere sostituiti né da Dio né da idee surreali.Tommaso si domanda: "un uomo può insegnare qualcosa a un altro uomo?"

Da qui il confronto con Avicenna e Averroè, unici filosofi musulmani. Secondo Avicenna, la conoscenza dipende da un intelletto separato e unico, mentre secondo Averroè anche l’intelletto passivo è unico e separato.

Avicenna e Averroè



La risposta di Tommaso

Tommaso rifiuta ciò che sostengono questi due filosofi e sceglie così una via di mezzo... il sapere è attivo nell’uomo e bisogna attuarlo. Ciò si può avere in due modi, attraverso la ragione con l’inventiva e tramite l’insegnamento. Il docente non trasmette il sapere al discepolo ma lo conduce alla conoscenza, tramite la propria ragione, l'inventiva.





Il ruolo del magister


Nel tardo medioevo la figura del maestro crebbe di importanza evolvendosi storicamente, nelle scuole ma soprattutto nelle università. Il magister universitario è un uomo di mestiere, di professione dove ha competenza e autorità, è un intellettuale. Nel XIII e nel XIV secolo il magister acquisì il diritto di insegnare ovunque, senza ristrettezze territoriali. Il magister doveva essere in costante ricerca e insegnare con competenza ed autorevolezza. Egli aveva un importante ruolo sociale, l’ordinamento giuridico lo aveva riconosciuto come un corpo privilegiato. Il magister era esente da obblighi personali e patrimoniali, poteva svolgere funzioni di giudice. In cambio ogni magister collaborava con il corpo universitario, impegnandosi a mantenere la pace e l’unità dando aiuto ai colleghi bisognosi. La dignità del magister era grande e rispettata, soprattutto dagli scolari. Il maestro deve perciò avere buona condotta, competenza e rigore, sempre alla ricerca della verità, portatore di aiuto e protezione. 

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